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Scopri perché Kevin Durant è sfuggito a un fallo tecnico contro i Thunder

Flavio Animobono

Kevin Durant è sfuggito a un fallo tecnico contro i Thunder dopo aver chiamato un timeout quando la sua squadra non aveva più.

Con il punteggio in parità sul 115-115 e a soli 2,2 secondi dalla fine del primo tempo supplementare, Kevin Durant ha preso un rimbalzo da un tiro bloccato da Shai Gilgeous-Alexander e ha chiesto il timeout.

Il problema? Houston non ne aveva più.

Secondo le regole NBA, questo avrebbe dovuto comportare un fallo tecnico a carico di Durant, dando ai Thunder un tiro libero e il possesso di palla. Ma non si è sentito alcun fischio. Niente. Silenzio totale.

La partita è continuata, il tempo è scaduto e le squadre sono andate ai secondi tempi supplementari, vinti dall’Oklahoma City per 125-124.

Cosa dice la regola?

La regola è chiarissima. Nel regolamento ufficiale NBA (stagione 2025-26, Regola 12), si legge:

“I timeout eccedenti il ​​numero autorizzato saranno concessi e verrà sanzionato un fallo tecnico. Dopo il timeout e il tiro libero, la palla verrà assegnata alla squadra che ha effettuato il tiro libero e il gioco riprenderà con un tiro di rimessa dal punto più vicino all’interruzione.”

In altre parole, Houston avrebbe dovuto essere penalizzato immediatamente e a Oklahoma City sarebbe stato concesso un tiro libero e il possesso della palla a soli due secondi dalla fine.

Una situazione che avrebbe potuto decidere la partita in quel preciso istante, senza bisogno di un secondo supplementare.

La spiegazione degli arbitri

Dopo la partita, l’arbitro capo Zach Zarba ha tentato di giustificare la mancanza di punizione con una breve dichiarazione:

“Nessuno dei tre arbitri ha visto Kevin fare il gesto del timeout. Ecco perché la richiesta non è stata accolta prima della fine del tempo regolamentare”, ha spiegato.

Una risposta tecnica, è vero, ma che non ha convinto i giocatori dei Thunder, rimasti increduli anche dopo la partita.

Déjà vu: il “momento Chris Webber”

Per i fan di lunga data, la scena ha riportato alla mente un momento leggendario e tragico nella storia del basket universitario: la finale del campionato NCAA del 1993.

Quella sera, anche Chris Webber, allora giocatore del Michigan, chiese un timeout che la sua squadra non aveva più. Il risultato: un fallo tecnico e la vittoria della North Carolina per 77-71.

La differenza? Nel 1993 gli arbitri notarono il gesto. Mercoledì (22), no.

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Sono un amante del calcio e dello sport in generale, oltre che esperto di dati e statistiche. Scrivo di calcio da quando ho memoria, e condivido consigli di scommessa con chiunque voglia sentirli.

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